Artiglio del diavolo – Harpagophytum procumbens D.C. – Pedaliacee
È una pianta erbacea perenne, presente nell’Africa del Sud, nelle aree di savana e del deserto Kalahari.
Il nome Artiglio del diavolo deriva dalla particolare conformazione ad artiglio delle radici, responsabili di provocare dolore alle zampe degli animali che vi camminano sopra e che per questo iniziano a saltare “come indemoniati”.
I costituenti caratteristici sono i glucosidi iridoidi, principalmente arpagoside assieme a piccoli quantitativi di arpagide (8-p-cumaroilarpagide) e procumbide. Sono inoltre presenti i glicosidi fenolici acteoside e isoacteoside.
È coadiuvante per artrite reumatoide, reumatismo infiammatorio, tendiniti, contusioni, dolori di schiena, sciatica e simili.
L’efficacia anti-reumatica e antiinfiammatoria degli arpagosidi (principi attivi della radice) è paragonabile a quella degli antinfiammatori di sintesi.
Infatti, nel test del granuloma indotto nel ratto da olio di croton la riduzione dell’infiammazione, previa somministrazione intraperitoneale per 12 giorni di arpagoside (20 mg/kg/die), è stata simile a quella del fenilbutazone (antinfiammatorio non steroideo).
In uno studio comparativo randomizzato, della durata di 4 mesi svolto su pazienti affetti da osteoartrite al ginocchio ed all’anca, si sono paragonati gli effetti dell’artiglio del diavolo con un dosaggio di 57 mg di arpagoside/die, con quelli della diacereina un farmaco sintomatico ad azione lenta per l’osteoartrite, in dose di 100 mg/die. Il dolore spontaneo e la gravità dell’osteoartrite sono migliorati in modo significativo durate lo studio e non è stata riscontrata alcuna differenza nell’efficacia tra i due trattamenti. All’ultimazione dello studio, i pazienti trattati con artiglio del diavolo tendevano ad assumere quantitativi notevolmente inferiori di FANS od altri analgesici.